Dal mare si slancia una corsa di vento. Prende la strada larga, s’incanala raccogliendo affluenti dagli slarghi che mirano al porto. I figli incestuosi dei venti sfiancano i teli delle bancarelle, le bancarelle fanno vela, i venti spaccano i cardini, slegano i legacci, rovesciano la mercanzia in mezzo alla strada. Le lampade cinesi di carta… Continua a leggere Gli ambulanti
Il libraio in fiera
L’odore del porto di Fiumicino, della darsena. Il tepore del vicino albergo dove io e mia moglie abbiamo passato la prima notte di nozze. Il calore del lavoro, della minestra meritata. L’odore della polvere dei libri. Il calore della nostra libreria, dove il capo mi offre torrone di baccalà e poi mi lascia da solo… Continua a leggere Il libraio in fiera
“Dentro le cose vive / sento le cose morte”: la poesia di Ilaria Palomba
Gioia di restare è un gesto, residuo di esistenza bucata. Siamo inchiodati alla stessa croce, estasi è separazione. Vivaldi di notte, un verso di Alejandra e dopo l'acqua stilla, evapora, non possiamo berla. Dire acqua è dire nulla, non estingue la sete, la parola rivela un corpo estraneo. Se io ti vedessi su questa radura… Continua a leggere “Dentro le cose vive / sento le cose morte”: la poesia di Ilaria Palomba
Il gergo della mala
La settimana scorsa io e mia moglie abbiamo cenato in quella che era la nostra pizzeria preferita, che si è trasformata in un trionfo di volgarità. Sembrava di stare in un film di camorristi. Anche al centro di Ostia è facile vedere queste scene. La volgarità è il tratto distintivo di quest'epoca così come la… Continua a leggere Il gergo della mala
Seconda favola
La tropopausa avanzava, cadategorizzando la calù di vita breve. Il mototrofo tronfiava cazzicando la marù per due corni, quando un protrombo percussò una chiavicola e protruppe un ronfolìo. Lo scrubo si cintò, protruppero in due e annacquarono la calù con un martello. Si cazzicarono tutti, e la città intera cornucopiò, cozzola e madida. I cittadini… Continua a leggere Seconda favola
Prima favola
C'era un'enorme pancia di difficoltà, messa lì a peruviare il perculìno. Con ondilla staccata, il ruvatore insorse. Durò pochi cannuti, ma fu strenno. Poi la caorta si flemmò, e tutti insieme persono lo stilanco con un pizzico di podarico, tontolando il cinnò delle sei. Lo stranno fu il primo a lambruscare, e quando fu a… Continua a leggere Prima favola
I conti con un mito
Quando ho letto i diari di Montanelli –ormai più di dieci anni fa- li ho trovati privi di vita interiore, aridi. Gli unici tratti dell’uomo che emergevano erano un certo arrivismo frammisto a qualche tendenza depressiva. Non sono mai riuscito a comprendere appieno la grandezza giornalistica di Montanelli. Non mi sembra si ricordino di lui… Continua a leggere I conti con un mito
Concerto per amore: “In comode rate” di Beatrice Zerbini
Qui è tutta un’attesa di nutrirti o di marcire Per Beatrice Zerbini l’amore è principio vitale totale, senza il quale nulla si dà o si fa conoscere in pienezza. Non si tratta dell’amore ricambiato, ma di tutto ciò che l’amore tocca, anche la separazione, anche la pena d’amore. Donarsi e lodare: questi i due cardini… Continua a leggere Concerto per amore: “In comode rate” di Beatrice Zerbini
I nomi delle stelle
Dante non è un film su Dante. Usciti dalla sala, sul grande poeta sappiamo meno di prima. Potremmo considerarlo un film su Boccaccio che va alla cerca degli ultimi testimoni della vita del maestro, ma non sarebbe giusto neanche questo. Di Boccaccio, nel film, apprendiamo solo ch'è molto malato. Forse allora è un film sul… Continua a leggere I nomi delle stelle
L’epoca impressa sulla pagina
Ilaria Seclì non canta il cosmo, è il cosmo che canta in lei. Lei risuona di mondo. Lo avvertiamo con chiarezza in queste due poesie datate 2013. Se la profondità non ha letto per l'acqua resta richiamo d'inferno e pietre occhi di bambino prestati a voglie adulte il gioco è strada secca coi morti che… Continua a leggere L’epoca impressa sulla pagina